Sento la mancanza della gente che sapeva tacere. Sento una malinconia soffocante di tutto ciò che era bisbiglio riflettuto e non getto violento di ragioni spinte fuori dallo stomaco. Sento la mancanza dell’umiltà, dello scrollare le spalle e dire “sarà quel che sarà”. Sento un tormento prendere forma quando sul silenzio si accatasta paura e violenza. E’ una guerra che ci siamo dichiarati da soli quando la riflessione è stata costretta a fare le valigie.