Ti guardo mentre ondeggiando sui piedi scalzi ti allontani. Affondi i talloni lasciando a ogni passo un segno di te sulla sabbia. Sei un punto giallo su uno sfondo cobalto, una scenografia che mischia la lucentezza degli zaffiri con il blu dell’acciaio. Ti è sempre piaciuto l’avvicinarsi di un temporale. L’orizzonte non è più la linea che divide il cielo dal mare, ma quella che hai collocato tra il mio stomaco e il cuore e di cui non posso più fare a meno. Prendi in mano il libro che da giorni ti segue, mentre i tuoi piedi sfiorano l’acqua salata che gonfia a poco a poco le sue onde costanti. Rileggo il biglietto che hai lasciato sotto il cesto di arance, senza perderti di vista. “Siamo del colore dell’oro rosso, profumiamo di vita e libertà, siamo velluto in un mondo ruvido”. Sorrido, mentre rincorri la fotografia che tiene il segno nel tuo libro. Chissà se parli di noi o delle arance.